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Primaria
Secondaria 1° grado

La passione per il calcio non fa distinzioni

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    • Spirito di iniziativa
    • Consapevolezza ed espressione culturale
    • 09. Gli insulti non sono argomenti
    • 01. Virtuale è reale
    • 04. Prima di parlare bisogna ascoltare
    • 05. Le parole sono un ponte
    • 06. Le parole hanno conseguenze
    • 08. Le idee si possono discutere.Le persone si devono rispettare
      • Sai cosa è uno stereotipo? E un pregiudizio? Sai cosa sono gli stereotipi di genere?
      • Pensi di avere degli stereotipi o pregiudizi rispetto al calcio femminile?
      • Conosci la storia di qualche calciatrice? Come ti può ispirare?
      • Come è rappresentato secondo te il calcio femminile dai media? 
      • Pensi che si possa fare qualcosa per migliorare la comunicazione per contrastare gli stereotipi di genere nel calcio femminile?
Svolgimento
180'
  • Costruzione della scatola

    Questa prima fase può essere svolta a casa da ogni alunno/a oppure in classe nei giorni precedenti (ad esempio nelle ore di Arte e Immagine o Tecnologia, oppure di Matematica).

    Istruzioni e schema per la costruzione della scatola

    L’insegnante raccoglie tutte le scatole, una per ogni alunno/a. 

    Si premurerà quindi di avere i seguenti materiali, necessari allo svolgimento dei successivi step:

    • una scatola per ogni alunno/a
    • pennarelli colorati per ogni partecipante
    • 4 leccalecca o 4 piccoli gadget
    • un pallone
    • lim – proiettore
  • Svolgi l’attività con l’aiuto di due volontari e guida la discussione in classe - compilazione 1^ faccia

    L’attività prende spunto da questi video, che possono essere mostrati infine ai ragazzi o meno:

    https://www.youtube.com/watch?v=hLr2GNRnmXM  

    https://laspunta.wordpress.com/2020/11/25/tre-giochi-contro-gli-stereotipi/  

    • L’insegnante chiede la collaborazione di alcuni ragazzi e ragazze come volontari per un compito. “Mi servono 2 ragazzi e 2 ragazze per un’attività speciale. Chi si offre volontario/a?”
    • I/le volontari/e vengono chiamati davanti alla classe e vengono incaricati di ridistribuire casualmente le scatole per l’attività successiva ai loro compagni/e. La distribuzione è fatta in modo che le due ragazze abbiano equamente metà delle scatole da distribuire e i due ragazzi l’altra metà. 
    • Alla fine dell’attività, l’insegnante ringrazia vivamente  i/le volontari/e, stringe loro le mani  e consegna le 4  ricompense simboliche solo ai ragazzi. Quindi invita a andare a posto. 
    • L’insegnante aspetta una reazione dalla classe. Se non c’è alcuna reazione spontanea, può chiedere direttamente: “Cosa pensate di ciò che è successo? Vi sembra giusto?”

    Riflessione e Discussione:

    Dopo aver suscitato la reazione, l’insegnante guida la classe in una discussione sulla discriminazione di genere, stereotipi e pregiudizi. 

    L’insegnante introduce il concetto di stereotipi e pregiudizi attraverso una breve spiegazione.

    “Oggi parleremo di stereotipi e pregiudizi. Sono due parole che sentiamo spesso, ma sappiamo davvero cosa significano? Tutti noi, a volte senza accorgercene, abbiamo idee su persone diverse da noi. Il nostro cervello, per semplificare le cose, usa degli stereotipi, che sono immagini mentali, spesso negative. Questi stereotipi, combinati con atteggiamenti negativi, creano i pregiudizi, che a loro volta possono portare alla discriminazione. Oggi faremo un’attività che ci aiuterà a capire meglio questi concetti.”

    Infine, si collega l’esperienza dell’attività con il concetto di stereotipi e pregiudizi, incoraggiando ragazzi e ragazze a riflettere sulle proprie esperienze e consapevolezze.

    Ecco alcuni esempi e suggerimenti:

    • Stereotipo: Le ragazze sono brave a scuola in materie umanistiche, i ragazzi in materie scientifiche.

    Pregiudizio Associato: Aspettarsi che una ragazza eccella solo in materie umanistiche o un ragazzo solo in materie scientifiche può limitare le opportunità educative e professionali basate sulle vere abilità e interessi di ciascun individuo.

    • Stereotipo: I ragazzi non piangono.

    Pregiudizio Associato: Questo stereotipo può portare a una cultura in cui i ragazzi sono incoraggiati a reprimere le emozioni, il che può influire negativamente sulla loro salute mentale e benessere emotivo.

    • Stereotipo: Le ragazze amano il rosa e i ragazzi l’azzurro. 

    Pregiudizio Associato: Questo stereotipo può contribuire a limitare le scelte dei ragazzi e delle ragazze (cfr. questo articolo https://www.ilpost.it/2013/11/19/breve-storia-del-colore-rosa/)

    • Stereotipo: nei videogiochi i maschi sono rappresentanti come muscolosi, eroici, forti e dominanti, mentre le femmine sono personaggi secondari o da salvare,  oppure  vengono rappresentate in modo ipersessualizzato, con abiti succinti e provocanti.

    Pregiudizio associato: L’insieme di questi stereotipi contribuisce a una visione limitata e distorta delle identità di genere nei videogiochi, promuovendo rappresentazioni unidimensionali e dannose che riflettono dinamiche di potere tradizionali. Fanno sembrare che ci sia un solo modo di essere maschi o femmine. E questo non è vero, perché non riflette la varietà delle persone. Questi stereotipi possono influenzare la percezione sociale e individuale dei ruoli di genere, contribuendo a una riproduzione di disuguaglianze e dicotomie tra soggetto attivo e oggetto passivo.  

    Conclusione:

    Ricordando il 4 principio del Manifesto della comunicazione non ostile per lo Sport.

    L’insegnante invita ogni alunno/a a prendere la propria scatola e scrivere o disegnare su una faccia quello che ha provato, quando maschi e femmine hanno ricevuto ricompense diverse.

  • Svolgi l’attività , quindi mostra il video e avvia la discussione - compilazione 2^ faccia

    Adesso è il momento di scendere in campo, in questo “primo tempo” portiamo l’attenzione sugli stereotipi di genere e sulle aspettative sociali radicate nella storia del calcio femminile, partendo proprio dai ragazzi e dalle ragazze.

    L’insegnante spiega l’attività. Pronuncierà una serie di affermazioni: ogni ragazzo/a si alzerà in piedi – pronto a scendere in campo proprio come quando chiama l’allenatore- o resterà seduto/a (si siederà nelle iterazioni successive) se la risposta alla domanda proposta dall’insegnante è affermativa.

    Di seguito alcuni esempi di domande: 

    • Chi gioca o pratica uno sport?
    • Chi gioca a calcio?
    • Chi pensa che le femmine non capiscono molto di calcio?
    • A chi piace il calcio?
    • Chi ha provato una volta almeno nella vita a giocare a calcio?
    • Chi pensa che una femmina non sa cosa sia il fuorigioco?
    • Chi ha una squadra del cuore di calcio?
    • Chi pensa che alle donne non interessi il calcio?
    • Chi pensa che sia giusto che i maschi abbiano più spazio nel cortile della scuola perché devono giocare a calcio?
    • Chi conosce il nome di almeno 3 giocatori famosi?
    • Chi conosce il nome almeno di una giocatrice di calcio?
    • Chi conosce il nome di una squadra di calcio femminile?
    • Chi pensa che le giocatrici di calcio siano brave e competitive come i giocatori maschi?
    • Chi ha mai visto una partita di calcio femminile?
    • Chi, se da grande avesse un figlio, lo farebbe giocare a calcio?
    • Chi, se da grande avesse una figlia, la farebbe giocare a calcio?
    • Chi pensa che le donne non dovrebbero arbitrare le partite di calcio maschile?
    • Chi pensa che gli uomini non dovrebbero arbitrare le partite di calcio femminile?
    • Chi pensa che il calcio femminile sia una novità nata da pochi anni?
    • Chi pensa che I calciatori di seria A guadagnino molti soldi?
    • Chi pensa che le calciatrici guadagnino come gli uomini?
    • Chi di voi, se gli regalassero i biglietti, andrebbe a vedere una partita di calcio femminile dell’Italia?

    Al termine delle domande l’insegnante sintetizza alcuni punti insieme ai ragazzi/e invitando i ragazzi/e a osservare l’attività svolta e condividere impressioni. C’è qualcosa che ci ha sorpreso? Parla quindi degli stereotipi che sono emersi durante l’attività e come possono influenzare le percezioni del calcio femminile. Questi stereotipi sono basati sulla realtà o se possono essere sfidati? Sottolinea l’importanza di promuovere l’equità di genere nel calcio e nella società in generale. Come possiamo sfidare gli stereotipi per contribuire a una visione più inclusiva e rispettosa?

    L’insegnante propone a questo punto di guardare un video di approfondimento  

    https://video.gazzetta.it/video-lo-spot-geniale-che-sfata-i-pregiudizi-sul-calcio-femminile/a01ddfad-6b3b-4038-af75-268e21d04xlk 

    Presentazione del video: L’insegnante mostra la prima parte del video che mostra le azioni più spettacolari della nazionale francese. Quindi interrompe senza rivelare il trucco.  Chiede quindi ai ragazzi/e di osservare attentamente e di riflettere sulle abilità dei giocatori mostrati.

    Dopo la proiezione, chiedi a ragazzi/e di scrivere su una seconda faccia della scatola almeno 3 aggettivi o sostantivi in grado di descrivere il gioco dei “giocatori” che hanno visto nel video  (es. forza, energia, bravura, tattica, agilità …), parole che sintetizzano le capacità e le prestazioni dei “calciatori”.

    Rivelazione del trucco e discussione: Dopo che i ragazzi/e hanno scritto sulla scatola, l’insegnante mostra la seconda parte del video in cui si rivela il trucco: «Solo i Bleus (il soprannome con cui sono chiamati i giocatori della nazionale francese) possono darci queste emozioni, ma non sono loro che avete appena visto».  A quel punto il video rivela che quelle azioni sono state in realtà compiute dalle calciatrici della Nazionale femminile, e che i loro volti e i loro corpi sono stati modificati dall’intelligenza artificiale. 

    A questo punto chiede ai ragazzi/e come si sentono ora, dopo aver scoperto che i giocatori sono donne. Chiede loro di riguardare gli aggettivi scritti sulla scatola. È cambiato qualcosa?

    Conclusione: 

    Ricordando il principio 8 e 9 del Manifesto della comunicazione non ostile.

    Sottolinea che non c’è un modo ‘giusto’ per essere un ragazzo o una ragazza. I vestiti, il modo di parlare, le materie che preferiamo o il modo in cui ci comportiamo non sono definiti dalla nascita, ma sono influenzati dalla nostra famiglia, scuola e comunità. A volte, però, la società ci fa pensare che ci sono regole su come dovremmo essere anche quando pratichiamo uno sport: ad esempio si può pensare che i ragazzi siano portati per giocare a calcio, mentre le ragazze siano più adatte a sport diversi. In realtà, lo sport ci ha mostrato che non esistono regole fisse: ognuno di noi può giocare a calcio, senza che ciò dipenda dal fatto di essere un ragazzo o una ragazza. L’importante è che ognuno possa fare lo sport che gli piace e sentirsi libero di essere se stesso/a. Per cambiare queste idee sbagliate, è importante che tutti noi impariamo e condividiamo l’idea che sia perfettamente normale vedere ragazze e ragazzi giocare a calcio: questo rende il calcio ancora più divertente per tutti e ci insegna che non ci sono limiti su cosa possiamo fare, a prescindere dal nostro genere. 

    Insomma: da uno studio del 2023 di Ebay – partner del campionato di calcio femminile di Serie A italiano – dal titolo “le donne, il lavoro e lo sport” emerge che il 40% dei rispondenti pensano che il calcio sia uno sport più maschile mentre per uno su cinque il calcio praticato dalle donne è lento e noioso. Chiedi agli alunni/e se la pensano anche loro così ancora. 

  • Mostra la video intervista - compilazione 3^ faccia

    È ora di andare in goal: facciamoci aiutare da storie di successo, mettendo in risalto come queste possano contribuire a sfidare e superare gli stereotipi di genere.

    L’insegnate mostra uno di questi video:

    https://www.youtube.com/watch?v=Yi_tyLDegYA 

    In alternativa se nella tua città c’è una squadra di calcio femminile, puoi invitare una calciatrice a parlare con la classe, oppure chiederle di mandarti un video da mostrare in aula. 

    In alternativa se nella tua città c’è una squadra di calcio femminile, puoi invitare una calciatrice a parlare con la classe, oppure chiederle di mandarti un video da mostrare in aula. 

    L’insegnante porta l’attenzione sulle figure chiave del calcio femminile contemporaneo, esplorando le vite e le carriere di giocatrici, allenatrici e figure di spicco. Può avviare anche una discussione sulle sfide affrontate, sulla leadership e sulle vittorie che hanno contribuito a cambiare la percezione del calcio femminile, focalizzati sulle figure ispiratrici del calcio femminile, discutendo le vite e le carriere delle giocatrici di punta, evidenziando come abbiano superato stereotipi e discriminazioni. Incentiva le ragazze a considerare queste figure come modelli da seguire

    Conclusione:

    Le parole sono un ponte: l’insegnante lo ricorda alla classe, facendosi aiutare dal quinto principio del Manifesto della comunicazione non ostile e inclusiva.

    È il momento di fissare le idee: chiedi ai ragazzi/e di scrivere su una terza faccia della scatola la parola o la frase che ha detto la calciatrice che li ha colpiti/e di più.

  • Mostra gli esempi e discuti con la classe - compilazione 4^ faccia

    Attraverso una presentazione dal titolo:  “Rompere gli stereotipi nel mondo mediatico“, l’insegnante invita gli alunni/e a esplorare come il calcio femminile è rappresentato nei media: discute l’importanza di una rappresentazione positiva e non stereotipata delle giocatrici, analizza le sfide che il calcio femminile affronta nella sfera mediatica e come possiamo contribuire a cambiare le narrazioni, analizza criticamente la rappresentazione del calcio femminile nei media, discute il ruolo dei media nel perpetuare o sfidare gli stereotipi di genere.

    Per approfondire consigliamo la lettura di  Idee guida per una diversa informazione

    https://www.fnsi.it/upload/70/70efdf2ec9b086079795c442636b55fb/e46e02c32308fae4e91c07db6ad15748.pdf

    Conclusione:

    Le parole sono importanti perché hanno conseguenze, ce lo ricorda il principio 6 del Manifesto della comunicazione non ostile e inclusiva.

    L’insegnante chiede ai ragazzi/e di scrivere su una faccia della propria scatola una regola della comunicazione che, a loro parere, è importantissima per superare questi stereotipi e pregiudizi sul calcio femminile e sulle donne calciatrici.

  • Conclusione con compilazione 5^ faccia e attività

    L’insegnante ricorda il primo principio del Manifesto della comunicazione non ostile per lo Sport 

    L’insegnante invita a scrivere il proprio nome sulla quinta faccia della scatola (quella superiore ad esempio, quella inferiore resterà come base) 

    In uno spazio adeguato,  i ragazzi/e vengono invitati a costruire con le scatole dei muri; quindi, con un pallone (in spugna eventualmente) l’insegnante organizza una sessione simbolica di rigori (può essere selezionata una volontaria ad esempio)  per abbattere le scatole, ovvero i muri: l’attività rappresenta, la determinazione di tutti/e nel superare gli stereotipi di genere nel calcio.

    Conclusione: 

    L’insegnante in conclusione mostra il video “La passione per il calcio non fa distinzioni” https://youtu.be/c5JKooxON-A  … non facciamone neanche noi

    Le scatole possono restare esposte a scuola in un luogo opportuno, oppure ciascuno può prenderne una a caso da portare a casa come ricordo del momento formativo. 

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    Chi ha già lavorato in classe con questa attività

    In questa sezione troverai le esperienze di chi ha lavorato con l'attività proposta attraverso un racconto di foto e video! Prendi spunto, fatti un'idea e se vuoi condividi la tua esperienza con gli altri raccontando com'è andata (se trovi la sezione vuota, apri le danze ;) )