Sempre 25 novembre
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- Consapevolezza ed espressione culturale
- Competenza digitale
- Comunicazione nella madrelingua
- Imparare a imparare
- Competenze sociali e civiche
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- 05. Le parole sono un ponte
- 04. Prima di parlare bisogna ascoltare
- 07. Condividere è una responsabilità
- 03. Le parole danno forma al pensiero
- 10. Anche il silenzio comunica
- 08. Le idee si possono discutere.Le persone si devono rispettare
- 09. Gli insulti non sono argomenti
- 06. Le parole hanno conseguenze
- 02. Si è ciò che si comunica
- 01. Virtuale è reale
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Cos’è a violenza di genere? Che forme assume? Come possiamo accorgerci della violenza intorno a noi? Come possiamo “non voltare la testa”?
Richiedi gli adesivi del 1522
Partecipa attivamente alla campagna #sempre25novembre e richiedi gratuitamente gli adesivi promozionali del 1522, il numero verde di aiuto contro la violenza di genere.
Condividili nelle aule, nei corridoi e nei luoghi comuni della tua scuola contribuirà a diffondere la conoscenza di questo servizio vitale per le donne o i familiari di donne che si trovano in difficoltà.
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Condividi con la classe e guarda il video
Scrivi sulla lavagna “#Sempre25novembre”. e chiedi alla classe cosa può significare.
Il 25 novembre è la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.
Istituita il 17 dicembre 1999 nella risoluzione 54/134 viene precisato che si intende per violenza contro le donne “qualsiasi atto di violenza di genere che si traduca o possa provocare danni o sofferenze fisiche, sessuali o psicologiche alle donne, comprese le minacce di tali atti, la coercizione o privazione arbitraria della libertà, sia che avvengano nella vita pubblica che in quella privata”.
In seguito fai vedere il video di racconto della campagna di Sorgenia.
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Presenta alla classe il Manifesto della comunicazione non ostile ponendosi questa domanda: “Che nesso c’è tra linguaggio e violenza di genere?”
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Assegna a ciascun alunno un racconto
Assegna ad ogni alunno uno dei seguenti racconti:
- La storia di Marta/Virtuale è reale
- La storia di Antonio/Si è ciò che si comunica
- La Storia di Momo/Le parole danno forma al pensiero
- La Storia di Giorgio/Prima di parlare bisogna ascoltare
- La storia di Roberta/Le parole sono un ponte
- La Storia di Mario/Le parole hanno conseguenze
- La Storia di Isabella/Condividere è una responsabilità
- La storia di Evelyn/Le idee si possono discutere. Le persone si devono rispettare
- La storia di Gaia/Gli insulti non sono argomenti
- La Storia di Maurizia/Anche il silenzio comunica
C’è anche la possibilità di leggere la trascrizione di ciascun racconto a questo link.
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Riunisci in piccoli gruppi le persone che hanno ascoltato la stessa storia
Chiedi a ciascun gruppo di identificare in primo luogo il tipo di violenza che viene raccontata
nella storia e in seguito di riassumere la vicenda che hanno ascoltato nella modalità che più preferiscono, al fine di presentarla alla classe.Nel lavoro di gruppo possono utilizzare come spunti di riflessione di Cathy La Torre e
dell’associazione La Grande Casa, li puoi trovare nell’ebook a pagg. 85- 92 e consultare dei
video commento di persone che hanno partecipato al progetto.Per aiutare i vari gruppi nell’analisi, è possibile partire dalle seguenti domande:
Che violenza viene raccontata?
Cos’ha a che fare il principio rispetto alla storia che ho ascoltato?
Che ruolo ha il narratore nella vicenda?
Come ci saremmo comportati noi? -
Fai presentare a ciascun gruppo i tratti fondamentali della storia affidata, interrogandoli sulle loro impressioni.
Segna sulla lavagna o su un cartellone il tipo di violenza che ciascun gruppo ha identificato nel racconto e attiva una riflessione sul ruolo dei testimoni di violenza.
Per provare ad indagare assieme alla classe il ruolo dei testimoni, può essere utile partire dalle seguenti domande :
Mi è mai capitato di assistere a dei fenomeni di violenza di genere?Quali sono gli strumenti che posso utilizzare?
Quante persone hanno consapevolezza del fenomeno e di alcuni termini legati ad esso?
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Fai scrivere una definizione della parola chiave del racconto (max 280 caratteri)
Chiedi a ciascun gruppo di riunirsi nuovamente e di rielaborare, sulla base delle riflessioni fatte, il termine che trovano associato al racconto ascoltato.
L’obiettivo è quello di spiegare alla classe tale termine in poche parole (max 280 caratteri), pensando di doverlo raccontare ad una persona che non lo conosce (un insegnante, un amico, un genitore, ecc.).
La storia di Marta/Virtuale è reale → Violenza domestica
La storia di Antonio/Si è ciò che si comunica → Abuso
La Storia di Momo/Le parole danno forma al pensiero → Catcalling
La Storia di Giorgio/Prima di parlare bisogna ascoltare → Centro anti violenza
La storia di Roberta/Le parole sono un ponte → Violenza fisica
La Storia di Mario/Le parole hanno conseguenze → Transessuale
La Storia di Isabella/Condividere è una responsabilità → Body shaming
La storia di Evelyn/Le idee si possono discutere. Le persone si devono rispettare → Sessismo
La storia di Gaia/Gli insulti non sono argomenti→ Violenza psicologica
La Storia di Maurizia/Anche il silenzio comunica→ Effetto testimone
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Rispetto ad alcuni temi trattati, quali il catcalling e la legge 164 del 1982 (inerente alla possibilità per la persona transessuale di modificare il proprio sesso anagrafico in base alla propria identità di genere), è possibile trovare degli approfondimenti ai seguenti link:
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