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Secondaria 1° grado

Occhio alla bufala!

In collaborazione con editoriale SCIENZA

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    • Comunicazione nella madrelingua
    • 07. Condividere è una responsabilità
    • 02. Si è ciò che si comunica
    • 09. Gli insulti non sono argomenti
    • • Quanto mi posso fidare delle informazioni prese dal web?

      • Cosa fare quando si legge una notizia e non si sa se sia vera o falsa?

Svolgimento
60'
  • Leggi il materiale citato e confrontalo con il Manifesto della comunicazione non ostile

    Contestualizzazione semplificata ed essenziale di Albert Einstein. Attraverso alcune domande l’insegnante cerca di capire quanto i ragazzi conoscano il personaggio: chi era? In che anni è vissuto? Cos’ha scoperto?

    L’insegnante contestualizza il problema della ricerca di fonti attendibili portando come esempio lo scienziato. Einstein per dimostrare le sue teorie usava il metodo scientifico composto da 6 fasi: osservazione, formulazione di ipotesi, esperimento, analisi dei risultati, ripetizione dell’esperimento anche in modi diversi, formulazione di una tesi derivante dai risultati raggiunti.

    Anche noi ogni giorno possiamo applicare in maniera semplificata questo metodo quando navighiamo in Internet. Quando, ad esempio? Quando leggiamo una notizia o cerchiamo delle informazioni sul web corriamo il rischio di leggere delle bufale (“un’affermazione non vera, ma verosimile, che può essere volta a ingannare il pubblico, presentando deliberatamente per reale qualcosa di falso o artefatto”, tratto da “Pensa come Albert Einstein” di Carlo Carzan e Sonia Scalco, Editoriale Scienza, 2018, pagina 38).

    Citando il principio 7 del Manifesto della comunicazione non ostile, l’insegnante introdurrà l’importanza del web e le 5 azioni antibufala:

    • diffondere solo ciò che si è verificato;
    • verificare sempre una notizia in Rete prima di condividerla;
    • controllare le fonti da cui proviene la notizia (è un sito conosciuto/autorevole? mi posso fidare?);
    • riconoscere quando la notizia è in realtà ironica o a scopo pubblicitario;
    • chiedere aiuto ad un esperto se non si è certi della correttezza dell’informazione letta.
  • Divisione della classe in gruppi

    Dopo aver spiegato queste azioni, i ragazzi vengono divisi in gruppi, e a ciascuno verrà poi assegnato un link a un giornale o a una rivista online scientifica, culturale o di attualità. Ogni gruppo sceglierà una notizia e dovrà inventarne una verosimile, modificandola con piccole, ma significative informazioni false (possono proporre una foto o un collage inverosimile, cambiare il nome della testata giornalistica o modificare date, nomi e luoghi).

    Una volta terminata la prima fase, i gruppi si scambieranno i lavori e dovranno analizzare la notizia che riceveranno non solo scovando gli “errori”, ma spiegando anche come questi possano essere confutati.

    L’insegnante cercherà di far emergere il concetto che tutti possiamo creare e diffondere notizie false verosimili, ma non tutti hanno la capacità di analizzarle e verificarne la veridicità. È nostro compito quindi non inventare bufale e non condividerle online per evitare che circolino in Rete e raggiungano un numero sempre maggiore di persone.

  • La classe potrebbe applicare quanto appreso a casa, cercando almeno tre bufale su temi ambientali/culturali/sociali che circolano online. Potrebbe essere interessante coinvolgere nell’attività anche i loro genitori/nonni.

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