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Primaria

Dalle parole arrabbiate alle parole con stile

La rabbia e la sua espressione attraverso le parole.

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    • 08. Le idee si possono discutere.Le persone si devono rispettare
    • • Ci si può arrabbiare in un modo costruttivo?
      • Perché è importante riflettere sulle parole che si dicono quando ci si arrabbia?
      • E’ possibile arrabbiarsi con stile?

Svolgimento
60'
  • Per lo svolgimento di questo step utilizza delle letture sulla rabbia, a scelta dell’insegnante.

    L’insegnante introduce il tema della rabbia: è una delle emozioni principali e universali, che tutti/e proviamo.

    Infatti, a ognuno/a succede di arrabbiarsi: come tutte le emozioni, arriva e passa dopo un po’ che l’abbiamo provata; mentre siamo arrabbiati/e però può succedere di esprimerla in modi che non fanno bene a noi stessi/e o agli/alle altri/e.

    Quando ci sentiamo arrabbiati/e ad esempio anche le nostre parole cambiano: diventano appuntite e dobbiamo prestare molta attenzione a come le usiamo.

    Quando ci arrabbiamo i pensieri corrono veloci e il percorso che li porta a diventare parole si accorcia; a volte escono fuori da sole, senza che ce ne accorgiamo. E sono così appuntite che possono ferire qualcuno/a!

    Quindi, cosa possiamo fare?

    Possiamo innanzitutto seguire delle piccole regole per esprimere la rabbia: quando la tiriamo fuori, dobbiamo far attenzione a non far male a noi stessi/e, a non far male alle altre persone (con le parole e con i gesti) o non rompere le cose.

    Parlarne aiuta!

    Ci sono tantissime parole che possiamo usare per spiegare come ci sentiamo e cosa ci fa arrabbiare: proviamo a trasformare in “parole con lo stile” le nostre veloci parole arrabbiate!

    Le parole con lo stile sono parole che ci aiutano a dire cosa pensiamo o come ci sentiamo a chi abbiamo accanto rispettando i dieci principi del Manifesto della comunicazione non ostile.

  • Per lo svolgimento di questo step utilizza una scatola di cartone e dei fogli A4

    L’insegnante chiede a ogni alunno/a di scrivere su un foglio, senza riportare il proprio nome, la frase che dice più spesso quando si arrabbia e discute con un/a compagno/a, oppure con i propri fratelli o sorelle, e che non rispetta le regole citate precedentemente (ad es. sei stupido/a, sei un bugiardo/a, non ti sopporto più, ecc..).

    Al termine di quest’attività, tutte le “parole arrabbiate” verranno raccolte all’interno di una scatola predisposta precedentemente.

    L’insegnante ne rileggerà alcune o se preferisce tutte, allo scopo di far emergere che l’utilizzo di quelle parole non facilita la comprensione dell’altro/a e non aiuta chi le dice a sentirsi meglio.

  • Pesca dei bigliettini

    È necessario dunque realizzare la trasformazione: le parole arrabbiate diventeranno parole con lo stile.

    Ogni bambino/a entrerà così a far parte della scuola di magia non ostile: ciascuno/a può iniziare scegliendo il proprio nome da mago/a!

    L’insegnante leggerà ad alta voce il Manifesto della comunicazione non ostile, come se fosse la ricetta di una pozione magica: si soffermerà in particolare sul principio 8, spiegandolo proprio in vista della trasformazione che la classe dovrà realizzare.

    Verrà chiesto poi a ciascuno/a di pescare un bigliettino contenuto nella scatola delle parole arrabbiate e di trasformarlo in una frase con lo stile, che rispetti le 3 regole prima considerate e i principi del Manifesto.

    Dopo la trasformazione, ogni bambino/a leggerà ad alta voce prima la frase arrabbiata e poi quella con stile, spiegando il segreto del suo incantesimo (ad es. sei un/a bugiardo/a potrebbe diventare “mi sono arrabbiato/a perché non hai mantenuto la promessa che mi avevi fatto”).

  • Spiegazione del tema e dell’esercizio

    L’insegnante sottolineerà che usare parole con stile permette di essere maggiormente capiti/e dalle altre persone, esprimendo comunque ciò che si prova.

    È un utile esercizio da fare, anche per la vita online: quante volte si scrivono messaggi pieni di parole arrabbiate!

    Questo esercizio di trasformazione si può applicare a tutte la parole, sia quelle dette che quelle scritte. Anzi, con quelle che si scrivono forse è anche più facile: basta prendersi un po’ di tempo e pensare bene a come raccontare che ci si è arrabbiati/e.

  • Una volta investiti/e del ruolo di mago/a, alunni/e porteranno avanti l’opera di trasformazione delle parole arrabbiate ogni volta che sarà necessario.

    Si può scegliere a turno che ogni settimana uno/a di loro sia il/la custode della magia per la classe: verificherà che vengano rispettate le indicazioni nei momenti di discussione.

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