Alle fronde dei salici
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- 09. Gli insulti non sono argomenti
- 07. Condividere è una responsabilità
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• Il poeta esprime il proprio disappunto per la guerra e le violenze. Quali parole utilizza per far capire che la sua è una poesia di denuncia?
• Come definiresti il tono della poesia?
• Perché, se le “cetre” dei poeti erano “appese”, il loro “suono” è arrivato forte e chiaro fino a noi, mostrandoci l’orrore della guerra?
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Guarda il video e prendi appunti
Condivisione degli appunti presi a casa: si propone di utilizzare la didattica capovolta e agli/alle alunni/e viene dato il compito di vedere il video indicato nelle fonti e di prendere appunti. In alternativa è possibile visionare il video insieme in classe.
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Leggi la poesia
L’insegnante introduce il tema attraverso la lettura e l’analisi della poesia “Alle fronde dei salici”, di Quasimodo.
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Analizza le opinioni
La classe viene divisa in piccoli gruppi, a ciascuno dei quali viene chiesto di analizzare il modo in cui esprimono le loro opinioni poeti e poetesse e opinionisti/e, in tv e sui social. Segue una riflessione sugli effetti ottenuti nel primo e nel secondo caso.
L’insegnante può offrire ad alunni/e questo spunto di riflessione: si può esprimere il proprio disappunto, anzi è giusto farlo, usando le parole appropriate, senza urlare, senza offendere, prestando ascolto all’altro/a e a volte anche tacendo. I poeti, ad esempio, espressero il proprio orrore, la propria condanna per la guerra, le dittature, non solo scrivendo ma a volte anche tacendo. Questo è il concetto espresso da Quasimodo: «E come potevamo noi cantare…» dinanzi all’orrore, ai morti, al dolore. Il poeta esprime le sue idee, condanna, si espone, ma lo fa con garbo ed eleganza, non offende e non grida, capisce che piuttosto «che diventare un mostro ancor più violento» è meglio scegliere il silenzio. Infatti «alle fronde dei salici… le nostre cetre erano appese… oscillavano lievi al triste vento». Ecco, lievi. Ma a noi il suono di quelle cetre è arrivato dritto al cuore!
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