Spargere parole piumate
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- 03. Le parole danno forma al pensiero
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• Quali parole ci piacciono?
• Ci sono parole che non ci piacciono?
• Ci capita mai di dire qualcosa e poi pensare che una parola diversa sarebbe stata più adatta?
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Leggiamo il terzo principio del Manifesto della comunicazione non ostile per l’infanzia
L’insegnante invita bambine e bambini a sedersi in cerchio e introduce il terzo principio del Manifesto della comunicazione non ostile per l’infanzia.
Inizia dunque a contare: 1, 2, 3, 4… per dimostrare che sta prendendo del tempo per pensare bene alle parole da pronunciare. Fa notare però che non sempre si riesce a farlo: specialmente nel mondo di internet, in cui tutto va così veloce.
Cosa succede quindi?
Succede che non si scelgono proprio le parole più giuste per esprimere ciò che si sta pensando, ma si usano le prime che ci vengono in mente.
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Scriviamo su dei bigliettini le parole appuntite e buttiamoli in un sacco della spazzatura
L’insegnante prosegue sottolineando che ogni giorno usiamo tantissime parole quando parliamo con gli altri, ma non bisogna avere fretta di pronunciarle! Dobbiamo anche fare attenzione a non usare parole appuntite.
Ma quali sono?
A turno, ogni bambino/a pronuncia ad alta voce una parola che non gli/le piace sentirsi dire e che può fare male (alcuni esempi: vattene, lasciami stare, non puoi giocare con me…).
La maestra ne prende nota, le scrive su un bigliettino che mette in un sacco della spazzatura.
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Trasformiamo le parole appuntite scaturite dal gioco precedente
L’insegnante riprende il concetto di parole appuntite e parole piumate.
Forse è capitato che ci siano state dette delle parole che proprio non ci piacevano e forse è successo anche a noi di usare qualche parola appuntita. Magari ci è scappata, perché non ci abbiamo pensato troppo! Magari quella stessa frase avremmo potuto dirla in un modo più gentile. Ad esempio, invece di dire “Ehi, ridammi quel gioco subito!!!”, cosa potremmo dire?
L’insegnante propone a bambini e bambine di provare a fare una piccola magia: trasformare le parole appuntite in parole piumate.
Si parte dalla frase citata da esempio, che potrebbe diventare: “Ehi, stavo giocando io con quel gioco; potresti ridarmelo? Se vuoi, ti presto questo!”. Suona diverso, vero? Se cerchiamo bene tra i nostri pensieri, senza fretta, sicuramente riusciremo a trovare delle parole più gentili!
Quando riusciamo a trovare le parole giuste per dire quello che pensiamo, stiamo meglio noi e stanno bene anche gli altri. L’insegnante propone quindi a bambini e bambine di provare a fare questa magia e a verificare se funziona, prendendo spunto dalle parole appuntite che sono state rinchiuse nel sacco della spazzatura.
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Utilizziamo un batuffolo di cotone o una piuma
L’insegnante propone ora di pronunciare parole piumate, ossia parole gentili e che regalano un sorriso (come grazie, per favore, ti voglio bene…). Le parole gentili possono essere rivolte ai compagni e accompagnate da una lieve carezza con un batuffolo di cotone.
L’insegnante per concludere domanda alla classe che effetto hanno generato le parole piumate rispetto alle parole appuntite.
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