fbpx
Secondaria 2° grado

Parole d’odio: sono solo parole?

Cittadinanza digitale Hate Speech Social Inclusione Consapevolezza e responsabilità
    • Cittadinanza digitale
    • Consapevolezza e responsabilità
    • Social
    • Hate speech
    • Inclusione
    • Educazione Civica
    • Area Umanistico-Letteraria
    • Area Artistico-Espressiva
    • Comunicazione nella madrelingua
    • Competenza digitale
    • Competenze sociali e civiche
    • Consapevolezza ed espressione culturale
    • 09. Gli insulti non sono argomenti
    • • Che cos’è l’hate speech?

      • Quante e quali forme può assumere?

      • Quanto le parole possono fungere da veicolo di discriminazione?

Svolgimento
60'
  • Guarda il video

    L’insegnante introduce al tema dell’attività, partendo dalle parole dette dalla blogger Pepitosa in occasione della presentazione del Manifesto della comunicazione non ostile e inclusiva (il video è presente nelle fonti, il minutaggio di riferimento è indicativamente da 1:39:00 a 1:46:00, ma potrebbe essere interessante seguire tutto il  per panel).

    A questo punto, viene letto il principio 9 del Manifesto della comunicazione non ostile e inclusiva.

  • Discuti del tema e scrivi

    Si chiede dunque ad allievi e allieve, a partire da ciò che hanno ascoltato, di individuare le varie tipologie di insulti che è capitato loro di sentire o leggere in Rete (rivolti a se stessi/e o ad altri/e), ponendo l’attenzione sulle caratteristiche utilizzate come “leva” per gli insulti stessi: il racconto di Pepitosa fornisce due esempi piuttosto frequenti. Si tratta di caratteristiche somatiche? Culturali? Religiose? Di condizioni psicologiche o fisiche? Di orientamento sessuale? In modalità brainstorming e con l’aiuto delle ricerche effettuate, verranno discusse e poi raccolte dall’insegnante in un elenco.

    Al termine del brainstorming, ciascuno/a prenderà nota dell’elenco, che fungerà da spunto per la seconda parte dell’attività: verrà chiesto ad allievi e allieve di fare una ricerca su social, piattaforme e chat che frequentano maggiormente per verificare, nell’arco del tempo a disposizione, quante volte incorrono in messaggi di hate speech, avendo cura di segnare la categoria cui appartengono, tra quelle dell’elenco.

    Nella successiva lezione, si effettuerà un confronto tra i risultati ottenuti: verrà stilata una “flop 5” (il termine è volutamente sbagliato: non si tratta infatti di “top”, ma di “flop” comunicativi) delle tipologie di insulti più frequenti. Si darà dunque una risposta alle domande fondamentali, che possono a loro volta dare origine ad ulteriori approfondimenti.

  •  

    A seguito delle attività, la classe potrebbe sviluppare delle pillole di contenuti da veicolare attraverso un account di classe o della scuola, allo scopo di fornire informazioni e sensibilizzare il resto della scuola sul tema dell’hate speech.

    Si potrebbero realizzare contenuti che affrontino l’argomento con ironia (come fanno ad esempio i giovanissimi Raissa e Momo), oppure dei mini sketch in cui viene data ai/alle follower la possibilità di fornire suggerimenti sulle risposte da dare, o una presentazione del fenomeno e delle sue caratteristiche, o ancora creare il testo di una canzone che affronti questo tema.

    Di seguito alcune possibili fonti per questa attività:


Segui il percorso completo
Chi ha già lavorato in classe con questa attività

In questa sezione troverai le esperienze di chi ha lavorato con l'attività proposta attraverso un racconto di foto e video! Prendi spunto, fatti un'idea e se vuoi condividi la tua esperienza con gli altri raccontando com'è andata (se trovi la sezione vuota, apri le danze ;) )