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Infanzia

Le parole hanno conseguenze

Le parole che uso hanno delle conseguenze: talvolta sorrisi, talvolta musi lunghi.

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    • 06. Le parole hanno conseguenze
    • Cosa sono le conseguenze?

      • Anche le parole hanno conseguenze?

      • Cosa possiamo fare se qualcuno/a fa il prepotente?

      • Se qualcuno/a fa il prepotente con te o con gli altri, c’è un adulto di cui ti fidi che ti può aiutare? Chi è?

Svolgimento
60'
  • Leggiamo il sesto principio del Manifesto della comunicazione non ostile per l’infanzia

    L’insegnante invita bambine e bambini a sedersi in cerchio e introduce l’argomento, con l’aiuto del principio 6 del Manifesto della comunicazione non ostile per l’infanzia.

    Inizia quindi a porre alcune domande, per capire se allievi e allieve conoscano la parola conseguenza e sappiano cosa voglia dire.

    Si sollecitano così bambini e bambine a pensare a degli esempi, partendo da alcuni suggerimenti, come “se piove e ci dimentichiamo a casa l’ombrello, la conseguenza è che ci bagniamo!”.

    Dopo aver ascoltato le risposte, le integrerà con una breve definizione: la conseguenza è quello che succede dopo che abbiamo fatto qualcosa.

    Le conseguenze di ciò che facciamo possono riguardare anche le persone. Se, ad esempio, diamo uno spintone al fratellino o alla sorellina, può cadere e farsi male e non avrà più molta voglia di giocare.

    La stessa cosa succede con le parole: quello che diciamo può avere delle conseguenze e fare male agli altri, come la pioggia che ci bagna se non abbiamo l’ombrello.

    È uguale anche nel mondo di Internet: persino lì le parole brutte hanno conseguenze e fanno stare male le persone che le ascoltano o le leggono. 

  • Parliamo di bullismo

    A questo punto l’insegnante introduce il tema delle prepotenze e del bullismo. 

    Bulli e bulle sono persone che si comportano da prepotenti: fanno dispetti, trattano male gli altri o addirittura picchiano, prendono in giro e dicono cose cattive, oppure escludono gli altri dai giochi. Di conseguenza, chi viene preso di mira si sente triste, si spaventa, pensa di non avere amici e di essere solo/a. 

    L’insegnante ragionerà con la classe su che cosa è possibile fare per evitare di essere prepotenti e per capire se intorno a noi ci sono persone che si comportano male. 

    Se ci si accorge che qualcuno/a si comporta male, non bisogna fare lo stesso oppure ridere! Chi viene preso in giro non è sicuramente felice.

    Avendo cura di far esprimere i bambini/e liberamente, si raccoglieranno le loro idee in merito, ad esempio:

    • aiutare chi è in difficoltà, chiedendo come si sente;
    • dire a chi si sta comportando male che l’altra persona è triste e che deve smetterla;
    • bisogna ricordarsi che, se qualcuno/a ha dei comportamenti prepotenti, è utile raccontarlo ad un adulto di cui si ha fiducia: saprà come aiutarci!

    L’insegnante chiede così a ogni bambino/a di pensare ad un adulto a cui potrebbe chiedere aiuto in caso di difficoltà sua o di qualcun altro/a e chiede a ognuno/a a turno di nominarlo a alta voce.

  • Disegna su un foglio piegato in due

    A questo punto si dà il via all’attività. 

    Ogni bambino/a divide in due un foglio: in un’area disegnerà una situazione in cui qualcuno/a viene preso in giro, con gesti e parole che non fanno stare bene, mentre nella seconda parte del foglio si rappresenterà in che modo qualcuno/a avrebbe potuto aiutare chi subisce prepotenze, oppure che cosa avrebbe potuto fare.

    Successivamente, ogni bambino/a racconterà il proprio disegno e l’insegnante avrà cura di verificare se nella situazione proposta dal bambino/a è intervenuto o avrebbe potuto intervenire un adulto.

  • Si possono introdurre il tema delle conseguenze si può proporre la lettura di un libro, come ad esempio “Urlo di mamma” Jutta Bauer, trad. Daniela Gamba, Nord-Sud Edizioni, 2002.

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